L'intervento crea nuove occasioni di relazione attraverso due teli tesi ai lati della strada: in questo modo la sezione stradale diminuisce drasticamente e i passanti sono obbligati ad interagire.
Barcelona, carrer Enric Granados (foto per cortesia di César Gómez, Santa & Cole) La panchina NeoRomántico è diventata uno dei simboli dello spazio pubblico a Barcellona, soprattutto nella versione sedia monoposto, e per i barcellonesi è ormai un oggetto consueto e "domestico". Tanto da convincere una signora che vive in carrer Enric Granados ad apportare una piccola personalizzazione alla panchina su cui era solita sedersi.
Carrer Princesa è una strada carrabile molto stretta a senso unico nel centro di Barcellona, con forte transito di bici che però si trovano spesso a dover circolare sul marciapiede. Durante la notte è stata dipinta una falsa pista ciclabile a doppio senso di marcia sull'intera carreggiata. Il mattino seguente, dopo un paio d'ore di delirio circolatorio, la falsa segnaletica è stata cancellata dagli addetti del Comune.
Ataskoa, 2005 Ataskoa was a public announcement to create a traffic jam in the hills. The announcement was made in the newspapers, over the radio, with flyers, posters, etc. On 18th September 2005, 160 cars (approximately 425 people) gathered at Intza, Navarre, on the sides of Mount Aralar. The jam started at 11am. and ended at 15pm.
Seed bombing the Raytheon Plant, Santa Barbara, CA, 1992 foto e intervento di Kathryn Miller (immagine daGreenmuseum.org)
Hello, I am an empty lot. I exist in your neighborhood. I'm just a big patch of dirt and some trash. I make my neighbors feel uneasy and sad. No one likes me and it makes me sad too. All over, it is a lose-lose situation.
But maybe you can help me? All I need are some seed bombs. They're cheap and easy to make. And if you do it right, they are completely self automated and great for the environment. They will be a sight for sore eyes and they will make everyone happy. Especially the butterflies.
Bando di concorso interno al laboratorio di TPV_2009
Ispirato al bando di esterni per il PUBLIC DESIGN FESTIVAL Ferrara 30novembre | 14dicembre
Tema
Il concorso prevedere l’ideazione, realizzazione e documentazione di un’azione applicata su Via Carlo Mayer – Via San Romano.
L’azione dovrà scaturire da una lettura critica degli spazi di via Carlo Mayer – Via San Romano e può essere scelta tra quelle presenti al seguente link call to action oppure inedita.
L’azione avrà carattere temporaneo e dovrà interpretare il tema dello spazio pubblico secondo le seguenti linee guida:
_sviluppo di nuove soluzioni creative, temporanee e sperimentali ai problemi della città
_riappropriazione dello spazio pubblico come luogo d'espressione
_spazio pubblico come luogo in cui si sviluppa il senso di appartenenza a una comunità
_sviluppo di nuove modalità di utilizzo dello spazio pubblico
_ripetibilità
Le azioni dovranno essere realizzate e documentate con foto (max 10) o video della durata massima di 2minuti.
E’ possibile partecipare singolarmente o a gruppi.
Consegna elaborati
Gli elaborati video o immagini saranno consegnati in formato digitale entro le ore 9.30 di lunedì 14 dicembre. Ogni partecipante dovrà inoltre caricare sulla mappa del blog entro e non oltre le ore 9.00 del 14 dicembre 2009 una immagine rappresentativa dell'azione e un testo di 800caratteri max di carattere descrittivo.
Modalità di selezione
La giuria sarà composta da membri presenti in aula e da membri esterni in collegamento internet:
_I membri presenti in aula valuteranno l’azione attraverso video/immagini consegnate in formato digitale
_I membri esterni valuteranno l’azione attraverso i materiali caricati sulla mappa (immagine rappresentativa
e testo di 800caratteri)
Saranno privilegiati i progetti:
_che prevedono una forma d'interazione con il pubblico
_che privilegiano un approccio innovativo nell'uso dei materiali di recupero
_che rispondono in modo originale ai problemi e alle emergenze delle città
Di fronte a questa serie di verbi transitivi che designano tutti un'azione particolare da operare su un materiale non specificato, si vede tutto ciò che separa una simile enumerazione da ciò che normalmente ci si aspetterebbe di trovare nei quaderni di uno scultore. A un inventario di forme Serra sostituisce una lista di comportamenti. "
Signori architetti che fate progetti di case e palazzi di torri e terrazzi... Un poco di prato l'avete lasciato? Su siate gentili fate anche i cortili. Pensateci un poco ai campi da gioco... Lasciateci appena lo spazio, che poi a far l'altalena pensiamo da noi: sarà cura nostra farci anche la giostra.
lunedì 16 incontro con esterni "La valorizzazione dello spazio pubblico e la centralità dell'uomo sono alla base di tutte le attività di esterni; la socializzazione, lo scambio culturale, la città come luogo di incontro e aggregazione, la responsabilità sociale, la partecipazione allargata sono il motore di ogni progetto."
appuntamento a milano, via Paladini 8, ore 14.15
Come raggiungere la Palazzina di via Paladini 8: Tra l'Ortica, Lambrate e Città Studi: in fondo a viale Argonne, a sinistra dopo la chiesa rossa. tram 5 (fermata Amadeo-Paladini), di fronte all'uscita della stazione centrale autobus 54 (fermata Don San Martino) autobus 38 (Marescalchi) nelle vicinanze: filobus 93 (Aselli)
Per giudicare e amare un giardino occorre prima di tutto frequentarlo, averlo conosciuto attraverso i propri occhi, i propri passi. C’è un’unica eccezione che mi sento di fare ( e non riguarda il giardino, ma le fotografie), in cui la fotografia non mente, ma solo riproduce e parla: è la mostra sugli ulivi di Puglia che si è tenuta recentemente a Roma. Perché, oltre la qualità delle singole fotografie, conta più ancora, a mio avviso, la suggestione che esercita la vista di quei mostri ( nel vecchio senso latino di mostrum), monumenti vegetali, ciascuno lavorato nei secoli (perché non pochi di questi hanno più secoli di vita) dalle intemperie e dalla mano dell’uomo. Suggestione, almeno così opera su di me e in me, che si traduce immediatamente in attrazione, nel desiderio di poterli avere sotto gli occhi e conservarli vivi nella memoria; di vederli, quegli ulivi, nella loro luce marina, sparsi nella loro liberissima distribuzione, non mai in un disegno, come negli uliveti più tardi che siamo usi vedere in Puglia o in diverse altre regioni del nostro paese. E non conta poco anche la terra rossa da cui emergono. Li ho visitati quei luoghi, ormai diverse volte, ma mi è rimasto fitto dentro il desiderio di tornare, di muovere da uno all’altro, di esplorare metro per metro il loro regno, e riconoscerli, ciascuno nella sua forma. E voglio ancora ricordare che per me personalmente l’aver visto e visitato quest’area ripetutamente negli anni ha costituito una rivelazione, forse la lezione più importante sul disporre gli alberi che ho avuto nella vita; perché in nessun altro luogo come qui, dove sono in massima parte ottenuti (e divenuti quali sono) attraverso gli innesti operati sugli Olivastri selvatici, gli Ulivi sono nati e cresciuti come natura ha voluto sul luogo. Alberi isolati, conoscibili in ogni loro particolare da ogni lato, non mai ed in nessun momento privati della luce che li abbraccia: sono questi ulivi il mio modello ideale. E se mai avessi la fortuna di progettare un parco, vorrei mostrare di aver appreso la loro lezione, assegnando a ciascun albero il proprio giusto spazio, quel tanto di vuoto necessario di cui abbisogna e la cornice che a ciascuno compete, secondo un dettato appreso in una lunghissima durata, tutta una vita di quasi ottanta anni di familiarità col mondo vegetale. Ippolito Pizzetti
video conferenza skype con Lorenzo Fonda | Los Angeles Theircircularlife la metafora dello skater_cambiare punto di vista megunica blu_Argentina "what changed me was realizing that around my paintings was a building something I could take advantage of usualig I prefer complicated walls not simple walls, not plain walls, so I prefer to paint a wall that already has something to say like this one walls that have an history which is not just a plain wall, painted white this one was wonderful for example, that window that was the point where everything started and also these two little towers it was the skeleton of this mural, of this piece it was not the same if the wall was completely white" blu
"Ho scelto di fare la paesaggista per amore della città. Non sono una specialista del verde, non sono una fanatica del giardinaggio e detesto andare nei parchi. Quello che ho scelto è un mestiere strano e dai contorni sfumati, vago, per questo mi piace. Ho lavorato con grandi architetti come Piano, Rogers, Nouvel. Non facciamo due lavori diversi. Entrambi, architetto e paesaggista, inseguiamo l’arte del contesto. Il mio interesse non si ferma alla soglia dell’edificio, e lo stesso vale per l’architetto. Non ho un settore di competenza esclusivo, ma un modo di guardare al mondo, quello sì. Oggi, per lavorare ad un progetto disegno sempre di meno e scrivo sempre di più. Quello che più mi interessa è l’emozione: il cielo, le ombre, la gente. I paesaggisti spesso non conoscono la città, e non capiscono l’architettura. Si direbbe che non sappiano nemmeno che cosa sia la natura, dal momento che sembrano capaci solo di ridurla a praterie verdi e alberate. Invece la natura di cui si devono occupare è altrove. A Parigi è quella del cielo sopra la collina di Montmartre, della vista dei tetti quando si sale al Beaubourg, del vento tra i capelli quando si attraversa un ponte sulla Senna. Un vero parco a Parigi è fatto del cielo e della Senna, e non si trova né nei parchi di Bercy, né di Citroen. La natura è il nostro contenitore emotivo contemporaneo. Eppure il rapporto tra città e natura si è sviluppato come una relazione fatta di dominio, potere, paura e asservimento. Alla fluidità, all’imprevedibilità, alla libertà, ai rischi del mondo vivente la città oppone il proprio ordine, il rigore, la geometria, cercando di imporsi su un territorio geografico. Troppo spesso gli alberi in città sono considerati solo come un arredo urbano. Per me, invece, sono dei prigionieri. A volte usciamo dalle nostre mura per affrontare la natura, andiamo a caccia di emozioni, di sentimenti primitivi che ci facciano sentire ancora un po’ vivi. Mi piacciono i vecchi platani secolari del sud della Francia, quando non sono stati mutilati dalle potature, che deformano il terreno e offrono una magnifica ombra, molto più bella di quella che potremmo fare noi, nei nostri progetti. Allora ci viene persino voglia di proteggerla la natura, di salvarla. La città tenta di riprodurre delle rappresentazioni asettiche di questa natura indomabile. Simulacri di paesaggio immaginario che noi chiamiamo parchi pubblici. Come ci si reca allo zoo a vedere gli animali selvaggi, si va al parco per vedere la natura, vicina a casa e raccolta nello spazio costretto e limitato che l’architettura ha voluto concederle, e che la rassegnazione rende sinistro. Chiunque si sia trovato a passeggiare per un parco parigino in una giornata grigia, capirà.”
Recovering Landscape James Corner / 1999, Princeton Architectural Press
Paesaggio e memoria Simon Schama / 1997, A.Mondadori, Milano
I giardini cinesi Chen Conzhou / 1990, F.Muzzio, Padova
L’atto di vedere Wim Wenders / 1998, Ubulibri, Milano
Il paesaggio come teatro Eugenio Turri / 1998 Marsilio Editori, Venezia
Estetica del vuoto Giangiorgio Pasqualotto / 1995 (III ed.), Marsilio, Venezia
Significati del confine, i limiti naturali, storici e mentali, Piero Zanini / 1997, B.Mondadori, Milano
Storie di architettura attraverso i sensi Anna Barbara / 2000, B.Mondadori, Milano
Poetica dei giardini C.W.Moore, W.J.Mitchell, W.Tumbull Jr / 1991, Franco Muzzio editore, Padova
Il giardiniere appassionato Rudolf Borchardt / 1992, Adelphi
storia del giardino e del paesaggio
L’architettura dei giardini di occidente, dal Rinascimento al novecento, Monique Mosser, George Teyssot / 1990, Electa, Milano
L’architettura del giardino contemporaneo Franco Zagari / 1988, A.Mondadori, Milano
Per i piaceri del popolo, nascita del parco pubblico… Franco Panzini / 1993, Zanichelli, Bologna
Giardino e Paesaggio Hermann Furst von Puckler-Muskau / 1984, Rizzoli editore, Milano
Bosco e giardino Gertrude Jekyll / 1989, Franco Muzzio editore, Padova L’arte dei giardini / una breve storia Pierre Grimal / 2005, Donzelli Editore, Milano
architettura del paesaggio contemporaneo
“Bienal de Paisaje de Barcelona” cataloghi / 1999-2003-2006
Il ritorno del paesaggio Desvigne e Dalnoky / 1996, Motta architettura, Milano
Yves Brunier / landscape architect paysagiste arc en reve centre d’architecture / Birkhauser Verlag Basel-Boston-Berlin
The same landscape / los mismos paisajes Teresa Galì-Izard / Gustavo Gilli, Barcellona
Il territorio transitivo Georges Descombes / 1988, Gangemi
Lotus navigator 02 / i nuovi paesaggi 2002, Electa, Milano
Burle Marx / el paisaje lìrico Marta Iris Montero / 2001, Gustavo Gili, Barcelona
arte ambientale e land art
Land art e arte ambientale Jeffrey Kastner / 2004, Phaidon, Hong Kong
Between Landscape Architecture an Land Art Udo Weilacher / 1998, Birkhaeuser, Basel
Arte ambientale, la collezione Gori nella fattoria di Celle 1993, Allemandi, Torino
Passaggi. Storia della scultura da Rodin alla Land Art Rosalind Krauss / 1998, B.Mondatori, Milano
testi per la conoscenza e identificazione del materiale vegetale
Alberi e arbusti in Italia / Manuale di riconoscimento Mario Ferrari, Danilo Medici / 1998, edagricole, Bologna Enciclopedia dei fiori e del giardino Ippolito Pizzetti (a cura di) / 1998, Le Garzatine
Guida pratica agli alberi e arbusti in Italia 1983, Reader’s Digest, Milano
Riconoscere gli alberi R.Phillips / 1992, De Agostini, Novara