Lunedì 05.12.2011
Matteo Zamagni | zamagnizamora Italia
escape
4.12.11
21.11.11
Theo Jansen | Strandbeest
Fare
Un paio di anni fa alcuni studenti del corso di TPV pensarono a questo intervento. L'idea era buona, semplice da realizzare ed economica. Essendo una "azione" effimera è durata il tempo necessario a registrare la reazione dei passanti, poi è stata smantellata.
Jeff Waldman era partito dalla stessa idea, a sua volta presa in prestito da un artista francese di nome Jerome G. Dermuth (installare altalene in giro per le città dev'essere stato lo sport più popolare d'inizio millennio) ma per lui è stato solo il punto di partenza: da una conversazione sulla felicità indotta dal dondolarsi su un'altalena ha sviluppato un progetto che ha coinvolto numerose città in giro per il mondo, da San Francisco a Los Angeles, le Isole Marshall, Panama e in Bolivia.
(via swissmiss)
11.9.11
O di osservatorio
Dal book di Francesco Montesarchio | Corso TPV 2011
Open publication - Free publishing - More architecture
"Nel corso della formazione del cosidetto "osservatorio", ho raccolto una serie di immagini che descrivessero la chioma da una posizione ravvicinata rispetto alla base del tronco. La raccolta è avvenuta senza un ordine o riferimento, in maniera completamente soggettiva, seguendo il disegno dei rami, la forma della chioma, perdendomi così nell'osservazione di questa. La ricomposizione delle immagini raccolte, come in un processo cubista, ha portato alla rappresentazione di un oggetto astratto, non corrispondente a quello reale pur rappresentandolo. Il disegno dei rami non è più quello osservato, ma una sua rielaborazione."
Francesco Montesarchio
"Nel corso della formazione del cosidetto "osservatorio", ho raccolto una serie di immagini che descrivessero la chioma da una posizione ravvicinata rispetto alla base del tronco. La raccolta è avvenuta senza un ordine o riferimento, in maniera completamente soggettiva, seguendo il disegno dei rami, la forma della chioma, perdendomi così nell'osservazione di questa. La ricomposizione delle immagini raccolte, come in un processo cubista, ha portato alla rappresentazione di un oggetto astratto, non corrispondente a quello reale pur rappresentandolo. Il disegno dei rami non è più quello osservato, ma una sua rielaborazione."
Francesco Montesarchio
4.7.11
L'arte dello skateboard
Hai diretto video musicali, ma anche progetti simili al docu-film Megunica e allo strano Ten things I have learned about the sea. Come fai a lavorare in ambienti così diversi e come fai a combinare questi mondi tra loro?
"Ho sempre giurato a me stesso che avrei sempre cercato di fare cose più diverse possibili. Non so da dove venga questo desiderio, ma l’ho sempre avuto. Forse uno dei motivi è stato l’essere cresciuto facendo skateboard e guardando tutti quegli skateboarder professionisti nei video e nelle riviste. Quelli da cui ero maggiormente affascinato erano quelli che potevano fare skate ovunque e su qualsiasi superficie. Odiavo quando qualcuno ripeteva sempre le stesse cose all’infinito, ovunque si trovasse, mentre sembrava molto più divertente vedere quegli skater che affrontavano nuove sfide, senza paura di un fondo diverso o di provare nuove cose, al costo di sembrare stupidi. Immagino quindi di aver provato a fare lo stesso con i film che giravo, ho sempre voluto imparare a essere un bravo regista, individuando nuovi modi e nuove prospettive di raccontare una storia, perché credo che questo sia l’unico modo per imparare quest’arte, sperimentando in nuovi campi, sbagliando e imparando dagli errori. Non ammiro molto quei registi che utilizzano lo stesso stile per ogni cosa che fanno, credo sia un approccio sbagliato e non è utile a nessun progetto a cui stanno lavorando, e neppure alle loro carriere. Ogni film dovrebbe avere un suo approccio, sia dal punto di vista concettuale che da quello visivo. D’altra parte, è una cosa di cui mi vanto, ma è anche molto difficile da raggiungere, ad essere sincero, e non sono sicuro di esserci riuscito nei miei lavori precedenti, ma è ciò a cui cerco sempre di ambire."
Lorenzo Fonda
l'intera intervista è visibile cliccando qui
"Ho sempre giurato a me stesso che avrei sempre cercato di fare cose più diverse possibili. Non so da dove venga questo desiderio, ma l’ho sempre avuto. Forse uno dei motivi è stato l’essere cresciuto facendo skateboard e guardando tutti quegli skateboarder professionisti nei video e nelle riviste. Quelli da cui ero maggiormente affascinato erano quelli che potevano fare skate ovunque e su qualsiasi superficie. Odiavo quando qualcuno ripeteva sempre le stesse cose all’infinito, ovunque si trovasse, mentre sembrava molto più divertente vedere quegli skater che affrontavano nuove sfide, senza paura di un fondo diverso o di provare nuove cose, al costo di sembrare stupidi. Immagino quindi di aver provato a fare lo stesso con i film che giravo, ho sempre voluto imparare a essere un bravo regista, individuando nuovi modi e nuove prospettive di raccontare una storia, perché credo che questo sia l’unico modo per imparare quest’arte, sperimentando in nuovi campi, sbagliando e imparando dagli errori. Non ammiro molto quei registi che utilizzano lo stesso stile per ogni cosa che fanno, credo sia un approccio sbagliato e non è utile a nessun progetto a cui stanno lavorando, e neppure alle loro carriere. Ogni film dovrebbe avere un suo approccio, sia dal punto di vista concettuale che da quello visivo. D’altra parte, è una cosa di cui mi vanto, ma è anche molto difficile da raggiungere, ad essere sincero, e non sono sicuro di esserci riuscito nei miei lavori precedenti, ma è ciò a cui cerco sempre di ambire."
Lorenzo Fonda
l'intera intervista è visibile cliccando qui
12.6.11
Mind your step
Mind your step è un'installazione creata dal fotografo Erik Johansson realizzata in Sergels torg a Stoccolma, dal 7 al 12 giugno 2011.
6.6.11
Passaggi | l'infiorata di Piedimonte Matese
Il 4 giugno Piedimonte Matese festeggia il Patrono San Marcellino attraverso una processione e la realizzazione dell'infiorata, un tappeto di fiori, riso e trucioli di legno colorati che corre per le principali vie del centro storico
E' una manifestazione che coinvolge attivamente tutti i cittadini che inventano e realizzano questa installazione temporanea comune.
tutti possono partecipare...
così gli studenti della facoltà di architettura di Ferrara e quelli della facoltà di lettere Sour Orsola Benincasa di Napoli, insieme a Piedimonte Matese per il workshop "rigenerazione urbana: l'area della stazione ferroviaria di Piedimonte Matese" hanno dato il loro contributo con l'installazione passaggi.
E' una manifestazione che coinvolge attivamente tutti i cittadini che inventano e realizzano questa installazione temporanea comune.
tutti possono partecipare...
così gli studenti della facoltà di architettura di Ferrara e quelli della facoltà di lettere Sour Orsola Benincasa di Napoli, insieme a Piedimonte Matese per il workshop "rigenerazione urbana: l'area della stazione ferroviaria di Piedimonte Matese" hanno dato il loro contributo con l'installazione passaggi.
5.6.11
Temps de flors
Temps de flors è il nome della manifestazione che si svolge a Girona nel mese di maggio e che prevede una serie di allestimenti temporanei realizzati da artisti e paesaggisti all’interno delle corti di palazzi storici, vicoli e piccole piazze.
Le installazioni, a carattere temporaneo,diventano il pretesto per scoprire parti di città in genere chiuse al pubblico, oppure si integrano agli spazi pubblici modificandone la percezione
attraverso l'ombra, la riflessione, l'utilizzo dei fiori per creare nuove topografie a terra e in cielo.
Le installazioni, a carattere temporaneo,diventano il pretesto per scoprire parti di città in genere chiuse al pubblico, oppure si integrano agli spazi pubblici modificandone la percezione
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