4.7.11

L'arte dello skateboard

Hai diretto video musicali, ma anche progetti simili al docu-film Megunica e allo strano Ten things I have learned about the sea. Come fai a lavorare in ambienti così diversi e come fai a combinare questi mondi tra loro?  

"Ho sempre giurato a me stesso che avrei sempre cercato di fare cose più diverse possibili. Non so da dove venga questo desiderio, ma l’ho sempre avuto. Forse uno dei motivi è stato l’essere cresciuto facendo skateboard e guardando tutti quegli skateboarder professionisti nei video e nelle riviste. Quelli da cui ero maggiormente affascinato erano quelli che potevano fare skate ovunque e su qualsiasi superficie. Odiavo quando qualcuno ripeteva sempre le stesse cose all’infinito, ovunque si trovasse, mentre sembrava molto più divertente vedere quegli skater che affrontavano nuove sfide, senza paura di un fondo diverso o di provare nuove cose, al costo di sembrare stupidi. Immagino quindi di aver provato a fare lo stesso con i film che giravo, ho sempre voluto imparare a essere un bravo regista, individuando nuovi modi e nuove prospettive di raccontare una storia, perché credo che questo sia l’unico modo per imparare quest’arte, sperimentando in nuovi campi, sbagliando e imparando dagli errori. Non ammiro molto quei registi che utilizzano lo stesso stile per ogni cosa che fanno, credo sia un approccio sbagliato e non è utile a nessun progetto a cui stanno lavorando, e neppure alle loro carriere. Ogni film dovrebbe avere un suo approccio, sia dal punto di vista concettuale che da quello visivo. D’altra parte, è una cosa di cui mi vanto, ma è anche molto difficile da raggiungere, ad essere sincero, e non sono sicuro di esserci riuscito nei miei lavori precedenti, ma è ciò a cui cerco sempre di ambire."
Lorenzo Fonda

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